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La storia dei Nuovi Lirici
di Alessandro Fieschi
Lirico come poetico, evocativo, individuale. Una dimensione dell’arte come qualità di linguaggio, come disposizione dell’artista nei confronti del mondo, come suono, atteggiamento di fronte alla pittura, alla scultura, come esplorazione dello spazio sensibile tra segno e colore.
“Nuovi Lirici “ è il nome che Matteo Galbiati, critico e curatore, ha scelto per definire il gruppo di nove artisti di area milanese nato nel 2008: Valerio Anceschi, Roberto Casiraghi, Misia De Angelis, Alessandro Fieschi, Ayako Nakamiya, Pietro Pasquali, Rossella Rapetti, Tetsuro Shimizu e Valdi Spagnulo.
Ognuno di questi artisti svolge ricerche del tutto personali e nonostante le generazioni che oscillano tra il più giovane Valerio Anceschi (nato nel 1975), gli altri artisti nati negli anni Sessanta (De Angelis, Fieschi, Nakamiya, Pasquali, Rapetti e Spagnulo) e quelli degli anni Cinquanta (Casiraghi, Shimizu), il filo conduttore e le affinità poetiche, nelle loro evidenti singolarità riescono a ritrovarsi e riconoscersi reciprocamente. La frequentazione, i viaggi compiuti insieme, le mostre, le discussioni, hanno determinato nel tempo una relazione calda e partecipe che ha creato rapporti linguistici, legami e ponti anche di tipo personale. Proprio come avveniva in tempi meno recenti, l’idea di fare gruppo è stata una volontà di esistere e di esprimersi in modo corale, per uscire dall’isolamento personale, come singole voci all’interno di una “famiglia artistica”, di un valore condiviso dell’arte. Il lavoro di ogni singolo autore è completamente autonomo e al tempo stesso può accostarsi e relazionarsi a quello dell’altro.
Tutti gli artisti appartenenti al gruppo dei Nuovi Lirici si riconoscono all’interno dello spazio della pittura e scultura intese come linguaggi con propri codici e si richiamano alla tradizione artistica della seconda metà del XX secolo. L’indagine sul colore, sulla pittura di matrice astratta o segnica e sulla scultura come disegno e attivazione dello spazio, sono valori che si pongono in continuità con la tradizione e non in antitesi con essa. Senza l’avvallo di teorie o manifesti programmatici, i Nuovi Lirici si riconoscono ad esempio nel tessuto pittorico, nella scultura come struttura ed equilibrio, nell’intuizione e nell’imprevisto come parte dell’opera, nella sensibilità cromatica.
Questo mostrare, lasciare in vista il farsi e il raccontare con delle tracce la pratica pittorica o l’azione del torcere, del saldare dei metalli, è una caratteristica comune agli artisti, così come il lasciare aperta la semantica dei significati.
Il gruppo si è formato in prima istanza come relazione tra artisti a cui si sono avvicinati solo in seguito i critici, come lo scomparso Alberto Veca e Matteo Galbiati, voce critica di Nuovi Lirici.
Tracciando un percorso cronologico, il nucleo del gruppo si è formato sin dai tempi degli studi presso l’Accademia di Brera, nella seconda metà degli anni Ottanta. Terminati gli anni accademici, già molti di questi artisti avevano compiuto viaggi culturali insieme e frequentavano l’artista Paolo Minoli e il critico Claudio Cerritelli, entrambi professori in Accademia, insieme ai quali, dal 1995 al 2001 si avviò il progetto “Nuovi temperamenti dell’arte”. In quel momento si trattava di una raccolta di dodici pittori da poco usciti da Brera che si esprimevano con una pittura di matrice astratto-informale, invitati ad esporre con mostre personali allo storico Bar Jamaica di via Brera a Milano. Già in questo progetto che coinvolse alcune importanti Gallerie come Morone 6 di Milano e Aras a Ravensburg (Germania), si venne a creare un primo nucleo di artisti che si incontravano di frequente negli studi ed esponevano insieme.
Nel corso degli anni Novanta e nel primo decennio Duemila si sono svolte numerose esposizioni personali e collettive che hanno messo in relazione, con combinazioni diverse, i vari artisti del gruppo. Il critico Claudio Cerritelli ha seguito il percorso di quasi tutti gli artisti che poi convoglieranno in Nuovi Lirici, scrivendo testi dedicati ai singoli autori.
Nel 2008 Rossella Rapetti, Alessandro Fieschi, e la pittrice svizzera Loredana Muller, decidono di avviare un nuovo progetto culturale con alcuni amici artisti, utilizzando gli spazi di un capannone industriale accanto allo studio di Rossella e Alessandro a Gorgonzola (MI). Loredana aveva già lavorato al progetto “Omaggi e confronti“ a Bellinzona nel quale metteva in relazione artisti di generazioni diverse e li faceva dialogare tra loro. Muovendo da questa idea di mettere a confronto le arti tra loro, nasce AR Officina, una sorta di laboratorio che diventa un punto di incontro per i lavori artistici e le esposizioni. La prima mostra che viene inaugurata nel febbraio 2008 è di Anceschi – Fieschi – Shimizu. Due pittori e uno scultore. In ogni iniziativa viene anche presentata una incisione per ogni autore, che poi diventerà parte di un cofanetto, con la sigla di AR Officina. In un primo tempo è Loredana che si occupa di assistere gli artisti nell’esecuzione delle lastre e delle tirature calcografiche, poi in un secondo tempo, si avvia un’intensa e stimolante collaborazione con lo stampatore Pierluigi Puliti che completa il ciclo delle incisioni. Puliti è un rinomato stampatore che ha la capacità di tirare fuori il meglio da ognuno, accostandosi ai linguaggi e offrendo sperimentazioni e tecniche innovative.
La seconda mostra di AR Officina è quella di Pasquali – Rapetti – Torricelli nell’aprile del 2008.
Tra le tante idee che accompagnano questo nuovo corso vi era quella di creare un ponte tra artisti italiani e artisti svizzeri. Nel luglio dello stesso anno si inaugura presso la Galleria all’Angolo di Mendrisio (Svizzera) “Dialoghi tra pittura e scultura” in cui espongono i primi sei artisti del ciclo. Parallelamente alle mostre viene incaricato un giovane film–maker, Fabio Mattia, di effettuare dei video-documentari che mostrino gli artisti al lavoro nel proprio studio.
Nell’ottobre 2008 si inaugura presso AR Officina, la mostra Branca-Masa – Casiraghi – Muller.
Con questa mostra le strade con Loredana si dividono e lei ritorna a Camorino, in Svizzera, per costruire una propria realtà di promozione culturale: Area Pangeart.
Nell’anno successivo, a marzo, si inaugura la mostra numero quattro: De Angelis – Nakamiya – Spagnulo. In questa occasione viene anche eseguito un concerto con musiche del compositore Giorgio Colombo Taccani. L’idea di allargare i confini di scambio tra le arti contemporanee prende corpo anche con questi concerti, così come l’esigenza di trovare una voce critica che possa accompagnare l’evolversi di questa iniziativa tra artisti. Si avvicina al gruppo il critico Alberto Veca, che già conosce diversi artisti e a sua volta individua in Matteo Galbiati, al tempo giovane critico e curatore, un compagno di viaggio che possa unirsi a questa avventura. Purtroppo Veca scompare repentinamente nel 2009 e Matteo Galbiati accetta con interesse di fare da testimone critico all’iniziativa. Galbiati presenta le due mostre concomitanti di AR Officina e della Biblioteca Civica “Franco Galato” di Gorgonzola che si svolgono a ottobre e dicembre 2009: “In forma lirica”. Questa duplice esposizione permette di fare un bilancio di quasi due anni di attività pubblicando un piccolo catalogo con un testo di Galbiati, esponendo in uno spazio pubblico e presentando i video e la cartella completa delle incisioni di piccolo formato intitolata anch’essa “In forma lirica”. All’interno di questa mostra si svolge un altro concerto con musiche di Giorgio Colombo Taccani. Della mostra fa parte anche Giovanna Fra, che si unisce al gruppo esistente, ma anche la sua presenza sarà solo di passaggio.
Il 2010 è segnato da una iniziativa promossa da Matteo Galbiati con Fabio Vicamini: “Lirica-mente” una grande esposizione che coinvolge interamente l’Hotel Golden Mile e gli spazi di Lops Gallery e della casa domotica, a Trezzano sul Naviglio (MI). Viene pubblicato un catalogo per le edizioni Lops con testo di Matteo Galbiati.
Il 2011 vede la partecipazione di AR Officina ad AAM Arte Accessibile Milano, una fiera alternativa realizzata presso gli spazi del “Sole 24 ore” in via Monte Rosa a Milano, curata da Matteo Galbiati e Ilaria Bignotti.
Con Pierluigi Puliti si concludono anche le PdA di nove lastre calcografiche di grande formato 100×70 cm lavorate nei due scorsi anni. Queste ultime incisioni saranno presentate in aprile 2011 alla sesta esposizione collettiva: “In forma lirica 2008-2011, incisioni e opere di piccolo formato”, presso AR Officina. Questa è la mostra conclusiva della fase iniziale di AR Officina, nella quale si sono sperimentati maggiormente gli scambi, gli incontri e gli equilibri interni del gruppo.
Con il 2012 nella mostra a Castell’Arquato “Al principio del vedere” curata da Ilaria Bignotti e Matteo Galbiati, quest’ultimo attribuisce la denominazione “Nuovi Lirici” al gruppo di artisti, facendo riferimento alle mostre in AR Officina.
Nel 2018 alla Biennale di Alessandria Omnia II, “Caos-colore”, curata da Matteo Galbiati, viene dedicata una sezione della mostra ai “Nuovi Lirici” nella quale viene valorizzata la cartella di incisioni accanto alle ultime opere del gruppo poste in dialogo tra loro.
Tra il 2019 e il 2020, durante la pandemia, vengono creati dal gruppo dodici libri d’artista intitolati “Pagine liriche”, realizzati e piegati a leporello dagli artisti stessi con il prezioso aiuto di Marina Spinelli. Ognuno di questi libri contiene un testo poetico di Matteo Galbiati che accompagna le opere uniche su carta dei nove artisti. In questo epocale momento storico di solitudine e ripensamento generale, il gruppo artistico trova una rinnovata unità d’intenti e di lavoro in comune. La dimensione intima del libro d’artista permetterà a ciascuno di concentrare le proprie energie creative sulle “Pagine” in uno svolgersi fluviale di segni e toni vibranti. Palpitanti, sillabici come note e contrappunti ritmici di una nascosta armonia musicale, le pagine scorrono da un punto all’altro del libro come un processo vitale nel continuum dell’arte e della poesia.
Nell’estate 2020, presso il Fondaco di Bra (CN) viene inaugurata la mostra “Canone lirico” curata da Matteo Galbiati e Silvana Peira, della quale viene pubblicato il catalogo omonimo. L’inaugurazione della mostra che sarebbe dovuta svolgersi in presenza di tutti nel marzo 2020, viene ugualmente realizzata in forma virtuale e “mantenuta aperta e viva” dalla determinazione di Silvana Peira, attraverso collegamenti via internet, immagini, suggestioni. Poi finalmente, nell’estate dello stesso anno, viene aperta alla presenza del pubblico con una grande inaugurazione.
Nel 2021 il collettivo partecipa con il libro d’artista “Cantica d’Incanto” al concorso nazionale di opere artistiche dedicate a Dante Alighieri, “Cantica 21” italian contemporary art everywhere. Ogni autore dedica un’opera su carta ad una terzina della Divina Commedia.
Nel dicembre dello stesso anno viene organizzata la mostra “Dialoghi siciliani. Dimensione astratta, un orizzonte sensibile” nella quale è presente una sezione dedicata ai Nuovi Lirici. La mostra viene curata da Matteo Galbiati con Serena Filippini e Alice Vangelisti, a Taormina (ME), presso il Palazzo Duchi di Santo Stefano.
Il 6 giugno 2022 si inaugura la prima mostra dedicata al gruppo con il titolo “Nuovi Lirici” curata da Matteo Galbiati e Paolo Conti, al MuVi, Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Viadana (MN).
Durante lo svolgimento della mostra, il critico Sandro Parmiggiani dedica un incontro al MuVi con i Nuovi Lirici, dal titolo “L’arte non si può fare, bisogna lasciarla farsi” (Camillo Sbarbaro). Si tratta di una conversazione sul tema di arte e sistema; valori propri al tessuto artistico in contrapposizione a valori confezionati per il mercato dell’arte. Emergono molti spunti interessanti da questo incontro che Sandro trasforma in momenti di riflessione, citazioni di artisti e scrittori che mostrano strade diverse per intendere l’espressione artistica come un divenire lento e autentico, in contrapposizione ad una forma di arte come shock e provocazione, assai più vicina ad una idea di consumo propria dei media.
Nel Novembre 2022, nell’ambito dei vent’anni di attività, la Galleria Antonio Battaglia di Milano, propone al gruppo una mostra. Viene presentato un catalogo curato da Matteo Galbiati dal titolo: Nuovi Lirici. Dialoghi ed estetiche di prossimità , nel quale si evidenziano i legami culturali ed umani della ricerca artistica tra gli autori.
Nel dicembre dello stesso anno, nel Salone Arturo Marescalchi presso il Castello di Casale Monferrato, si inaugura la grande mostra: Nuovi Lirici, ascolto sensibile curata da Matteo Galbiati. Negli ampi spazi del Castello vengono presentate opere di grande formato e composizioni più articolate, nelle quali è possibile osservare meglio i percorsi di ricerca individuale. La disposizione degli ambienti permette ad ogni singolo artista di creare una sorta di piccola personale, ma sempre nella relazione con il gruppo, infatti nel percorso della mostra, lo sguardo coglie sempre la continuità e la relazione tra le opere dei diversi artisti. A questa mostra viene dedicato un libro di Eclipse Edizioni/Arte.
Il 30 novembre 2023, presso lo Studio Masiero di Milano viene presentata la mostra : Nuovi lirici, senza considerare il margine. L’esposizione, curata da Matteo Galbiati e Monica Masiero, è giocata sulle affinità cromatiche giocate in forma di dialogo tra le opere.